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Home MEDICINA

Chemio non risolve

Jean Paul Vanoli by Jean Paul Vanoli
09/11/2020
in MEDICINA
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PERCHE’ la CHEMIO TERAPIA NON RISOLVE il PROBLEMA CANCRO ?
Corruzione e sistemi sanitari nel mondo: vedi http://www.epicentro.iss.it/focus/globale/globalcorrupt.asp
Visionare questi link: http://www.informatori.it/informatori/filepdf/sperimentazioni.pdf
video: http://www.youtube.com/watch?v=DoS02m0OevM
vedi: Terapia G. Puccio, dimostrazioni effetti del Bicarbonato di Sodio
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana, per certi periodi,
di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso,
anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.

L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro –  Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Cancro e’ una  strage…anche con la Chemio
Nutriterapia Biologica Metabolica x Cancro
 Circolazione sanguigna: prevenzione degli infarti e del cancro. I citrati eliminano calcificazioni arteriose. Gli ascorbati fanno il resto !
Paolo-Lissoni: i-segreti-della-pineale-anticancro-io-oncologo-vi-spiego-perche-la-medicina-esclude-di-bella/
Perche’ non dicono che la CHEMIO e’ CANCEROGENA !
Origine storica della CHEMIO TERAPIA
 https://www.metodoruffini.it/index.php/nostro-blog/1168-origine-storica-della-chemioterapia

Storia della Chemioterapia: L’origine segreta della chemioterapia
La storia che segue sull’origine della chemioterapia non è segreto di per sé perche’ si può trovare in tutti i manuali di storia medica.
Pero’ solo pochissimi pazienti hanno sentito parlare.
In questo senso, si tratta di un segreto gelosamente custodito all’interno della comunità medica.
Eppure è essenziale sapere questa storia per capire come la chemioterapia e’ entrata a far parte delle terapie per il cancro.
Ogni paziente deve avere il diritto di ascoltare prima di iniziare il trattamento.
La storia antica della chemioterapia risale alla caduta del 1917.
Siamo nella prima guerra mondiale nel mese più sinistro, che ha già fatto milioni sono morti per niente. La scena si svolge nella città di Ypres, in campagna fiamminga una volta bello, ma ora devastato da trincee di guerra. Il bombardamento finalmente e’ cessato.
Più di 5.000 soldati alleati (soprattutto francesi, belgi e canadesi) sono a riposo nelle trincee.
Improvvisamente, si vedono innalzarsi sopra i campi, dei gas verdognoli portati dal vento.
Erano scesi da ignote macchine manipolate dai tedeschi, a poche centinaia di metri di distanza. Nessuno mette in dubbio che si tratta di una nuova arma di distruzione di massa:  il “gas mostarda”, la prima arma chimica.
Qualche istante dopo, non è solo un concerto di urla di dolore, lo spettacolo e’ abominevole, si vedono migliaia di corpi bruciati vivi che si contorcono sul terreno.

L’iprite, a contatto con la pelle, forma enormi vesciche. Le mucose vengono attaccate, occhi, labbra e bruciati i polmoni. Tuttavia, gli uomini non muoiono subito ma dopo pochi giorni di infezioni diffuse ed emorragie.
Come osservano i medici, l’iprite ha l’effetto terribile di distruggere il midollo osseo, la soppressione del sistema immunitario delle vittime e ferma il rinnovo delle cellule del sangue.
Vietata dalla Convenzione di Ginevra del 1925, sulle armi chimiche, tuttavia, l’iprite ha continuato ad essere prodotta ed utilizzata.
Nel 1943, i tedeschi fanno affondare una nave americana al largo delle coste d’Italia, in provincia di Bari. Le stive della nave sono pieni di gas mostarda che si diffonde.
Il medico colonnello Alexander Stewart, ha esaminando i marinai uccisi nel disastro, confermando che l’effetto letale di gas mostarda derivava dal crollo dei globuli bianchi nel sangue dopo un paio di giorni.
E’ stato abbastanza per dare una strana idea a due giovani ricercatori, Alfred Gilman e Louis Goodman della Yale University negli Stati Uniti, che hanno contribuito al programma di ricerca segreto degli Stati Uniti sulle armi chimiche (Chemical Warfare Servizio ).
Dal momento che il gas mostarda distrugge le cellule bianche del sangue, potrebbe essere usato per trattare i bambini affetti da tumore del sangue, o leucemia, che si caratterizza per la proliferazione incontrollata delle cellule bianche del sangue ?
Così è nata la prima “chemioterapia”. Vi racconteremo la storia, ma dobbiamo prima fare un punto sulla leucemia.
Leucemia, malattia del sangue bianco
La leucemia linfoblastica acuta è un tumore del sangue che colpisce soprattutto i bambini intorno all’età di 4 e 5 anni. E’ causata, cosi dicono i medici allopati, da una malattia del midollo osseo.
Quindi i nostri due ricercatori del Servizio Warfare Chemical ha deciso di testare gli effetti di iprite su topi affetti da linfoma, un cancro dei linfonodi che ha anche prodotto una proliferazione di globuli bianchi (linfociti). Ed infatti, “dopo solo due amministrazioni del composto, il tumore ha cominciato ad ammorbidire e regredire al punto da non palpabili.”
Il risultato è stato così incoraggiante, secondo i due ricercatori, per giustificare studi sull’uomo.
In effetti, siamo proprio nel momento in cui la ricerca medica è entrata nell’era moderna.
I nuovi ricercatori ritengono che sia etico di prendere dei rischi per i pazienti dal momento che migliora la loro conoscenza della malattia e la speranza che esiste per portare a trattamenti per questi pazienti, anche se questa speranza è bassa.
Ciò è in contraddizione con la visione classica del medico che ha intrapreso, prendendo il giuramento di Ippocrate di “primo non nuocere” per il paziente ( “primum non nocere”).
Ma quel giuramento era rispettato nella pratica per una professione che praticava salasso su larga scala, purghe, i cosiddetti “trattamenti” a mercurio, arsenico e antimonio (altamente velenoso) senza alcuna prove scientifiche di efficacia ?
Eppure, Alfred Gilman e Louis Goodman hanno deciso di provare la loro idea su un paziente.
Era un uomo, J.D., 48, affetti da linfoma. Fu una senape di iniezioni di gas per via endovenosa. Egli reagisce all’inizio come il mouse: loro tumori scomparsi entro dieci giorni.
Un mese dopo, si erano riapparsi ed è stato di nuovo trattato con iprite.
In realtà, come ci si potrebbe aspettare, le armi chimiche distrutto la sua midollo osseo, mentre aveva distrutto linfoma, e come i soldati sfortunati, anche J. D. mori.
Secondo i medici, il trattamento non rallento’ la malattia. Piuttosto, “la sua morte è stata accelerata dagli effetti negativi del farmaco sul suo midollo osseo”, cioè i suoi globuli rossi e le piastrine sono state distrutte.
Il paziente successivo fu ancora meno fortunato: il trattamento ebbe alcun effetto sul tumore. Per contro, ha completamente distrutto il suo midollo osseo, causando la sua morte.

Comunque il gas mostarda è stato dichiarato che fa  “bene anche a dosi tossiche,” anche per il trattamento del cancro. Ma l’esperienza del primo paziente che sembrava avesse avuto una remissione prima di morire, dal momento che il loro cancro aveva effettivamente regredito, aveva catturato l’immaginazione di aver trovato la soluzione al cancro.
Così i chimici cominciarono a “lavorare” sulla senape per modificare e creare molecole leggermente diverse, una delle quali, si sperava, avrebbe avuto lo stesso effetto sui tumori pur essendo meno distruttivi sul midollo osseo.
Il dipartimento di guerra chimica l’esercito americano si trasformò in centro di ricerca della chemioterapia.
Questa centro di ricerca si è posto al servizio della guerra chimica dell’esercito degli Stati Uniti sotto la guida del Dr. Cornelius Rhoads.
Questo servizio è stato chiuso nel 1945, ma le strutture e il personale sono stati convertiti in centro di trattamento del cancro.
Due filantropi americani, Alfred Sloan Kettering e Charles, ha fatto una donazione nel 1948 per continuare il lavoro e così è nato l’Istituto Sloan-Kettering, che si riferisce ancora oggi nel trattamento del cancro.
Per testare la forza, hanno scoperto infatti, sostanze derivate da iprite che erano meno tossiche e che potevano essere utilizzate per ridurre i tumori limitando gli effetti collaterali per il paziente.
Così è apparso il primo gruppo di farmaci chemioterapici, tra cui thiotepa (1950), clorambucile (1953), melfalan (1953) e ciclofosfamide (1957), ancora in uso oggi.
Melphalan, combinata con corticosteroidi, viene utilizzato nel trattamento del mieloma, un’altra forma di cancro del midollo osseo. Melfalan differisce dall’iprite che, poiché i chimici hanno sostituito un atomo di zolfo con un gruppo azotato.
Ma lo scopo era quello di dimostrare che il trattamento della leucemia non sarebbe successo con una sola classe di farmaci, ma con la somministrazione di una combinazione di prodotti che avrebbe potuto contribuire a superare la malattia.
Scoperta del metotrexato
Poco dopo la scoperta degli effetti del gas senape sulla leucemia, (avevano notato una regressione) un ricercatore di Harvard, Sydney Farber, percepito che i suoi pazienti giovani affetti da leucemia sono morti piu’ rapidamente quando gli diede dell’acido folico (vitamina B9).
Invece di abbandonare immediatamente il trattamento, ha avuto la seguente idea, che sembra ovvio ora, ma che era allora ritenuta assolutamente brillante: come l’acido folico accelera la morte, mentre una sostanza che blocca l’azione di acido folico potrebbe guarire i malati ?
In collaborazione con Harriett Kilte e Lederle Laboratories chimici della Farber hanno ideatolal aminopterina e ametopterina (MTX), una sostanza “anti-folato” che, di fatto, si è dimostrata efficace apparentemente nel bloccare la proliferazione delle cellule tumorali.
Infatti, le cellule devono avere del folato di riprodursi. Dare l’acido folico a pazienti, Farber aveva inconsapevolmente aiutato le cellule tumorali “Fed”, consentendo loro di moltiplicarsi ancora più velocemente.
Altri farmaci anti-leucemici erano stati creati in questo periodo: la 6-mercaptopurina (6-MP) e un alcaloide estratto dalla pianta tropicale, vincristina.
Tuttavia, questi prodotti solo hanno continuato a causare più danni che benefici per i pazienti.
Nel 1967, dopo 20 anni di tentativi, un sondaggio di 1.000 bambini trattati durante il periodo ha rivelato che solo due di loro potrebbero essere considerati di essere stati “curati”, vale a dire, sopravvissuti più di 5 anni, ma comunque morti in modo rpematuro per la malattia. La lotta contro la leucemia sembrava così disperata.
Il trattamento della leucemia
E’ stato a un ex ricercatore della guerra chimica, il Dr. Howard Skippper l’Istituto Sloan-Kettering, abbiamo a disposizione il protocollo di trattamento che ha permesso di aumentare il tasso di sopravvivenza a 5 anni di bambini leucemici dal 0,07% nel 1945 al 71% di oggi.
Influenzato dalla cultura militare, si è reso conto che la leucemia poteva essere superata solo da una totale eliminazione del nemico: le cellule tumorali nel midollo osseo.
Dovevi essere pronto, in pratica oltre che psicologicamente, di pratica su pazienti guerra totale, con entrambe le armi chimiche (chemioterapia) che le armi nucleari (radioterapia), per non imporre un unico limite è che deve essere sospeso il trattamento, poco prima di uccidere il paziente.
Significava accettando di ignorare che tutti i bambini che dovevano essere sacrificati in modo che tale limite, e anche d’accordo ad aiutare a sopportare ai pazienti il ​​dolore indescrivibile: per ogni fase del trattamento doveva essere seguito da nausea e vomito di tale gravità che la maggior parte dei bambini soffrono di malnutrizione e la loro crescita bloccata.
Inoltre, le loro cellule sane sono avvelenate come le loro cellule tumorali, il che li porta a vedere  i loro capelli che cadono, crescere le loro ulcere della bocca, e causare loro la diarrea e la cistite (infiammazione delle vie urinarie) in modo piu’ o meno cronico.
Durante tutto questo periodo terribile di ricerche di trattamento, gli effetti collaterali hanno superato quelli in gravità della malattia stessa, ed è stato spesso piu’ i farmaci che hanno ucciso i pazienti, del cancro stesso.
Eppure la soluzione finisce per essere trovata dal Dr. Skipper. La sua innovazione è stata quella di comprendere l’errore dei suoi predecessori che hanno dovuto interrompere il trattamento troppo presto.
In Pratica fino a quando non fosse stato adatto ad indurre la remissione nel paziente, quindi ridurre, la tossicità, la dose-limite del trattamento. il Dr. Skipper, invece, ha deciso di aumentare le dosi una volta che si ottiene la remissione.
In effetti, egli ha immaginato, che le cellule tumorali che sono sopravvissuti al primo attacco sono necessariamente i più resistenti e più maligne. Sono quelle il posto dove andare a trovare e annientare prima che si moltiplichino e va iniziato un contro-attacco con vigore.
È stato infatti osservato che, durante la ricorrenza di cancro, i farmaci erano molto meno efficaci, come se le cellule tumorali avessero sviluppato una resistenza alla chemioterapia.
I medici hanno iniziato ad applicare questo principio: iniziare a indurre la remissione con farmaci relativamente bassa tossicità, vincristina e prednisone (derivato del cortisone).
A quel momento, quando il “nemico” si e’ indebolito, usare il methotrexate ADM e 6-MP, e continuare il trattamento per due o tre anni, nella speranza di eliminare le cellule tumorali che muoiono per ultime.
Questo trattamento ha permesso un progresso modesto ma i medici hanno scoperto che le cellule tumorali si rifugiano nel cervello. Protette dalla barriera emato-encefalica, come se fossero in un bunker anti-chemioterapia.
Questo è quello che ha dato l’idea di un altro medico, il dottor Pinkel, ha tirato fuori le armi nucleari: ha deciso di imporre in aggiunta al trattamento della chemio, dei raggi radioattivi nel cervello dei bambini affetti da leucemia. E’ stato un fallimento, quindi egli reagisce sul paziente raddoppiando la dose di radiazioni successive. Questa volta, il tasso di recidiva è stato diviso per dieci !
Apparentemente un passo gigante era stata compiuta nel trattamento della leucemia.
La sofferenza dei pazienti puo’ rivelarsi utile. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni trascorsi dal trattamento e’ del 50%  nel 1971 e da ulteriori miglioramenti al trattamento, è salito al 70% nel 1995 tra i bambini.
In generale oggi, tra gli adulti, il 50% dei pazienti affetti da leucemia sopravvivono oltre 5 anni dopo la diagnosi, gli altri muoiono prima.
Una storia terribile, che pare finisca bene, ma che ha un particolare nascosto, un forte aumento del rischio di leucemia all’età adulta, che è un effetto collaterale del trattamento, dei bambini trattati.

Lo I.S.S. (Ist. Sup. Sanita’) afferma in questo articolo che la “ciclofosfamide” (pag. 6,10,20,22,23,30)  e’ una sostanza CANCEROGENA eppure viene utilizzata per la Chemio terapia…anche qui lo si conferma:
http://www.cdc.gov/niosh/ipcsnitl/nitl0689.html
La chemioterapia distrugge completamente il sistema immunitario
Secondo la stragrande maggioranza delle teorie mediche, ci si ammala di cancro per un’insufficienza del sistema immunitario. La chemioterapia riduce le masse tumorali di dimensione, ma al prezzo di distruggere completamente il midollo e le difese immunitarie dell’organismo, col risultato che quest’ultimo rimarrà debilitato ed esposto ad ammalarsi di nuovo per anni o anche per il resto della vita.

Ecco gli effetti della Chemio terapia sull’organismo umano:
http://www.healthline.com/health/cancer/effects-on-body
Danni della Chemioterapia
Danni Chemio 1 + Danni Chemio 2  + Danni Chemio 4 + Danni Chemio 5 + Danni Chemio 6 + Cancro terreno

Altre info sulle cure alternative ed altro:
https://www.dionidream.com/salute/vaccini_e_malattie/cancro/

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
CHEMIO e RADIO producono anche e non solo la Leucemia…

I pazienti trattati con “successo” per un cancro al seno, un tumore del colon oppure altre neoplasie maligne possono sviluppare, anche molti anni dopo la fine della cura, una forma di leucemia spesso fatale. La causa è una mutazione genetica che porta a tumori secondari conosciuti come t-MN, therapy-related Myeloid Neoplasms, e uno studio svolto all’MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas rivela che una mutazione pre-leucemica chiamata emopoiesi clonale può indentificare i pazienti a rischio di t-MN.
Questi risultati, descritti in un articolo appena pubblicato su The Lancet Oncology, sono stati presentati in contemporanea durante i lavori del Convegno annuale dell’American Society of Hematology svoltosi a San Diego dal 3 al 6 dicembre scorso.
«Le leucemie mieloidi correlate alla terapia si verificano in circa il 5% dei malati di cancro trattati con chemioterapia e/o radioterapia» esordisce il coautore Andy Futreal, presidente ad interim di Genomic Medicine, precisando che, dal momento che molti pazienti oncologici ora vivono più a lungo, i t-MN sono una crescente preoccupazione per molti sopravvissuti al trattamento.
Per approfondire l’argomento I ricercatori coordinati da Futreal hanno studiato 14 pazienti con t-MN scoprendo la presenza di emopoiesi clonale in 10 di essi. E per verificare se questo tipo di mutazione pre-leucemica fosse un affidabile fattore predittivo del rischio futuro di leucemia, gli autori ne hanno confrontato la prevalenza nei 14 pazienti oggetto di studio con quella rilevata in 54 soggetti che non hanno sviluppato t-MN dopo terapia oncologica. «I nostri dati indicano che la prevalenza di emopoiesi clonale è significativamente più alta nei pazienti con t-MN che in quelli senza, con tassi rispettivamente del 71% e 26%» spiega il ricercatore. E conclude: «Sulla base di questi risultati riteniamo necessari ulteriori studi per mettere a punto programmi di screening per l’emopoiesi clonale mirati a identificare preventivamente i soggetti a rischio di t-MN».
By: The Lancet Oncology 2016. doi: 10.1016/S1470-2045(16)30626-X
http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(16)30626-X/fulltext
Commento NdR:

Questo perche’ NON e’ stata eliminata la causa Psicofisiologica del cancro = Conflitto Spirituale irrisolto + acidosi del terreno !
I farmaci utilizzati per inibire il sintomo (tumore) determinano mutazioni genetiche che nel tempo riportano il cancro nel sangue = leucemia !
E’ giusto e naturale che sia cosi, in quanto non si e’ voluto lavorare sulla vara Causa e quindi la Natura ripresenta il problema sotto altra forma, in quanto la “malattia” e’ l’unica forma inventata dalla Natura (nostra madre) per insegnare al vivente che sta compiendo azioni contro la sua vita e contro quella dei Viventi !
vedi: nutriterapia per il cancro

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LA CHEMIOTERAPIA DISTRUGGE TUTTE le DIFESE IMMUNITARIE, in MOLTI CASI il TUMORE RITORNA PIU’ VIOLENTO di PRIMA !!
vedi: Confronto fra Chemio terapia ed Ascorbato di Potassio

Per dare un’idea di quanto siano tossici questi veleni posso prendere spunto dalla stessa documentazione farmaceutica allegata a questi “farmaci”: pensate che basterebbe solo triplicare le dosi di una sola “seduta” di chemioterapia per uccidere un cane, nel 100% dei casi, per avvelenamento nel giro di pochi giorni (potete controllare voi stessi dato che la tossicologia è pubblica). Inoltre per smaltire questi farmaci occorre molto tempo (mesi e mesi), molto di più della durata di ogni ciclo, per cui quando si torna ad es. dopo un mese a fare un altro ciclo si ha un accumulo continuo di veleni nell’organismo !
E’ vero che le cellule tumorali sono molto più sensibili a questi farmaci rispetto alle cellule sane, ma è anche vero che la chemioterapia azzera completamente il sistema immunitario, lasciando l’organismo senza nessuna difesa (insufficienza midollare, renale, epatica, cardiaca, respiratoria, ecc.). Inoltre provoca lesioni estese a tutti gli organi e tessuti e conseguente necrosi irreversibile di alcuni di essi. Non c’è da stupirsi che tutti questi farmaci siano estremamente cancerogeni, ossia potenzialmente in grado di sviluppare tumori anche in una persona sana !
Il fatto che molto spesso il cancro ritorna negli anni successivi, dopo una cura chemioterapica, non è dovuto a una certa “predisposizione” della persona, ma al fatto che le difese immunitarie sono ormai distrutte e quindi l’organismo è completamente indifeso ed è logico che venga aggredito nuovamente. La chemioterapia non è quindi la soluzione definitiva del problema, poiché questo si ripresenta molto spesso anni dopo con maggiore violenza.

E’ QUASI SEMPRE la CHEMIOTERAPIA, la RESPONSABILE del RITORNO del CANCRO, ROVINANDO il SISTEMA IMMUNITARIO per ANNI ed ANNI, esso inevitabilmente ritorna !

Il cancro deve essere vinto invece potenziando il sistema immunitario. Per molti tipi di tumore, il sistema immunitario ha una “memoria”, esattamente come per le malattie esantematiche (morbillo, varicella, rosolia, ecc.); se il tumore viene vinto dall’organismo stesso, piuttosto che represso dai farmaci, è molto più difficile che si ripresenti in seguito.
L’aloe ha un centinaio di principi attivi che potenziano il sistema immunitario in modo ineguagliabile rispetto a qualsiasi altro farmaco, inoltre questi hanno un ruolo attivo e selettivo nell’aggredire le cellule malate, inducendo l’apoptosi.
Tutto questo è stato dimostrato scientificamente in molte università del mondo, comprese alcune italiane.

Vedi anche  “La terapia dei tumori con Gadolinio 159 in Risonanza Magnetica Nucleare”,
dott. Giuseppe Nacci, seconda edizione, maggio 2002
vedi anche Cancro e Medicina Naturale + Bibliografia  + Chemio al capolinea + Chemio danno grave + Chemio, prodotti e costi + Chemio uccide

“Do fungi play a role in the aetiology of cancer ? “, Reviews in Medical Microbiology
13(1):37-42, January 2002, Wainwright, Milton
Abstract:
The recent recognition that the bacterium Helicobacter pylori potentially plays a role in the aetiology of gastric cancer has highlighted the possibility that other non-virus microorganisms, including yeasts and filamentous fungi, may also cause cancer in humans. For more than a century fungi have been implicated in the aetiology of cancer. Initially, attention was directed to yeasts in the so-called blastomycete-theory of cancer; more recently filamentous fungi have also been implicated in carcinogenesis, based largely on their ability to produce potentially carcinogenic mycotoxins. Here, the widely spread literature on the role of fungi in carcinogenesis is reviewed in the hope that it will stimulate a re-evaluation of the potential carcinogenic role of fungi.
(C) 2002 Lippincott Williams & Wilkins, Inc.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?cmd=Retrieve&db=PubMed&dopt=Abstract&list_uids=99379706
http://www.nexusmagazine.com/articles/CancerIsAFungus.html

Chemio: quello che in genere non viene MAI detto
Sono passati oltre 30 anni da quando l’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon dichiarò ufficialmente guerra al cancro, malattia che stava diventando un’emergenza sociale, annunciando che avrebbe dirottato sulla ricerca fondi ingentissimi. Da allora, solo negli Stati Uniti, sono stati spesi qualcosa come duemila miliardi di dollari in un filone di ricerca  che ha scelto di finanziare e sostenere terapie oncologiche convenzionali, tra cui soprattutto chemioterapia, radioterapia e ormonoterapia, oltre  malattia tumorale. Ma di cancro si continua a morire comunque e, come mostra il grafico (figura 1) fornito dal National Cancer Institute americano, la mortalità, a 5 anni dalla diagnosi, negli Stati Uniti è addirittura aumentata [1].
Sono molte le voci che negli anni hanno sollevato perplessità  sull’utilizzo di terapie farmacologiche che faticano a rendere il cancro una malattia  meno mortale e che arrancano nella cura.
Uno studio pubblicato nel 1975 sulla rivista medica Lancet destò scalpore. Quattro ricercatori inglesi effettuarono uno studio prospettico randomizzato su 188 pazienti con  cancro inoperabile ai bronchi e scoprirono che la vita media di quelli trattati  con chemioterapia completa fu di tre volte più breve rispetto a quelli che non ricevettero alcun trattamento [2]. Ma per lo più queste voci sono rimaste inascoltate e la tendenza è a procedere nel solco sinora segnato, anche se negli ultimi anni la ricerca pare essersi aperta alla sperimentazione di farmaci cosiddetti biologici, ricavati cioè da risorse e sostanze che il corpo stesso  produce.
Per avere un quadro attuale delle percentuali di sopravvivenza con le terapie convenzionali, nulla è meglio della consultazione dei dati del National Cancer Institute (NCI) americano, uno dei più prestigiosi centri  di studio e ricerca sul cancro a livello internazionale, che fornisce informazioni [3] sull’efficacia delle attuali metodiche e sulla sopravvivenza dei malati di cancro. Da queste informazioni non si trae  certo un quadro confortante.
Innanzi tutto occorre specificare che il NCI, come  del resto l’oncologia convenzionale, utilizza la riduzione della massa  tumorale e la sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi come indici di efficacia delle terapie effettuate; ma in alcuni casi la riduzione della massa tumorale non appare essere decisiva per la sopravvivenza del paziente.
Inoltre, per otte nere una visione realistica e compiuta dell’efficacia delle terapie oncologiche convenzionali, occorrerebbe poter conoscere le percentuali di sopravvivenza anche ben oltre i 5 anni dalla diagnosi. Ma vediamo qualche esempio sintetico, sulla base delle informazioni tratte dalle schede tecniche fornite dal sito del NCI e redatte per gli operatori sanitari [4].

Cancro renale.
Solo il 40% dei pazienti con cancro renale trattato con terapie convenzionali è ancora vivo a 5 anni dalla diagnosi, sempre che il cancro venga diagnosticato in fase precoce e non si presenti invasivo. Il cancro renale è uno dei tumori per i quali sono ben documentati casi di regressione spontanea in assenza di terapia. La resezione chirurgica è il trattamento d’elezione; le terapie sistemiche hanno mostrato solo effetti limitati. Nel cancro al primo stadio la resezione può essere parziale o totale con l’asportazione del rene, di ghiandole, del grasso pararenale e del tessuto intorno; negli stadi successivi è quasi sempre totale. Per coloro che non sono in grado di subìre l’intervento, la terapia radiante  ha solo un effetto che viene definito ‘palliativo’. Nel cancro al secondo stadio si esegue quasi sempre la linfoadenectomia, anche se la sua  efficacia non è stata provata definitivamente. La terapia radiante viene  somministrata prima e dopo l’asportazione del rene, ma non vi sono prove conclusive sull’aumento della sopravvivenza rispetto al solo utilizzo della  chirurgia.
Per questo tipo di cancro al quarto stadio non ci sono cure; sia la radioterapia che la chirurgia sono palliativi. Anche qui sono documentati casi di regressione spontanea: in uno studio prospettico su 73 pazienti  con cancro renale avanzato, il 7% ha avuto regressione senza né intervento né terapia.

Linfoma Non Hodgkin.
Il NCI afferma che con i moderni trattamenti la sopravvivenza a 5 anni può arrivare al 50% dei pazienti; se la forma tumorale è però aggressiva solo il 30-60% dei malati può essere trattato. La stragrande maggioranza delle recidive si ha nei primi 2 anni dopo la terapia. Il NCI raccomanda di valutare attentamente la tossicità del trattamento. Sono in corso numerosi studi clinici per trovare trattamenti più efficaci e i pazienti, se possibile, dovrebbero esservi inclusi.  Effetti tardivi dei trattamenti possono essere sterilità permanente, rischio di un secondo cancro, disfunzioni cardiache e leucemia mielogena.

Leucemia linfoblastica.
Il 60-80% degli adulti con questa leucemia può attendersi una remissione (cioè ritorno a valori normali del sangue) completa dopo terapia, secondo le informazioni del NCI; ma solo il 35-40%  di questi pazienti con remissione può vivere fino a 2 anni dopo la diagnosi  con un’aggressiva combinazione di chemioterapici. Con trattamenti precoci a  base di una combinazione di chemioterapici ci possono essere remissioni  nell’80% dei casi ma che durano solo 15 mesi, poi la leucemia ricompare. Questa malattia viene definita spesso fatale e i pazienti che presentano una recidiva dopo la remissione muoiono solitamente nel giro di 1 anno, anche  se si riesce ad ottenere una seconda completa remissione.

Leucemia mieloide acuta.
Dalle informazioni del NCI risulta chiaro, anche  in questo caso, che remissione (cioè riduzione della massa tumorale o, nel  caso delle leucemie, ritorno alla normalità dei valori ematologici in seguito a terapia convenzionale) non significa sempre sopravvivere al cancro.
Infatti i dati del NCI dicono che con terapie convenzionali si ottiene remissione nel 60-70% dei pazienti, ma poi solo il 25% di questi può vivere in media fino a 3 anni dopo la diagnosi. Tra i bambini, il 95% può ottenere remissione, il 75% di questi è ancora vivo a 5 anni dalla diagnosi.

Melanoma.
Spessissimo in pazienti con questo cancro viene somministrato interferone. Il NCI afferma che la chemioterapia non aumenta la sopravvivenza. È documentata la regressione spontanea, cioè senza trattamenti, del melanoma maligno in casi pari a poco meno dell’1%.

Carcinoma del pancreas.
Questa forma di cancro, dice il NCI, ha  un’altissima mortalità; il cancro del pancreas esocrino ha una percentuale di sopravvivenza a 5 anni inferiore al 4%. I pazienti che hanno un cancro al pancreas ad una fase precocissima senza alcuna estensione all’esterno dell’organo possono sopravvivere fino a 5 anni dopo la diagnosi in una percentuale che va dal 18 al 24%. I pazienti con questo tipo di cancro, a qualunque stadio esso sia, possono essere considerati candidati per studi  su nuovi trattamenti poiché chemioterapia, radioterapia e chirurgia hanno dimostrato scarsa efficacia, seppure vengano convenzionalmente usati.

Cancro del polmone a cellule non-piccole.
Dice il NCI: poiché i  trattamenti oggi a disposizione non sono considerati soddisfacenti, i pazienti che  hanno i requisiti possono essere considerati candidati per studi sperimentali su nuove forme di trattamento. Spesso se questo cancro è in uno stadio  precoce si attua un’asportazione chirurgica; la mortalità postoperatoria immediata va dal 3 al 5% e la metà di quelli che sopravvivono presentano una  recidiva anche dopo la completa resezione. I pazienti inoperabili trattati con radioterapia hanno una sopravvivenza a 5 anni in una percentuale che va  dal 10 al 27%. Uno studio clinico su 1209 pazienti operati per asportare il tumore non ha mostrato alcuna differenza nella sopravvivenza tra malati successivamente trattati con chemioterapici e non trattati.

Cancro alla vescica.
Ogni volta che è possibile, dice il NCI, i pazienti dovrebbero essere inclusi in studi clinici per migliorare le terapie
standard. Fino al 95% dei pazienti con un cancro già piuttosto esteso sono  a rischio di progressione della malattia nei 5 anni successivi alla  diagnosi.
Quando il cancro è molto superficiale ad uno stadio precoce, trattamenti come chirurgia, chemioterapici, radioterapia possono portare ad una sopravvivenza a 5 anni che va dal 55 all’80%. Se il tumore è profondo ed invasivo la sopravvivenza a 5 anni va dal 20 al 40% dei pazienti trattati.
Se il tumore invade le visceri pelviche o i linfonodi, casi di  sopravvivenza sono rari. L’utilizzo di radioterapia preoperatoria non ha mostrato  vantaggi in termini di sopravvivenza. Uno studio randomizzato ha mostrato che, dopo resezione chirurgica, solo il 57% dei membri di un gruppo che aveva  ricevuto chemioterapici era vivo dopo 5 anni. Ai pazienti che non possono essere sottoposti a cistectomia radicale, con cancro al terzo stadio, viene somministrata radioterapia con una sopravvivenza a 5 anni del 30%. Non è stato riscontrato miglioramento della sopravvivenza media associando chemioterapia sistemica. Nel cancro al quarto stadio c’è ben poco da fare.

Cancro dell’endometrio. Dopo isterectomia, non è provato il miglioramento della sopravvivenza con terapia radiante e gli effetti tossici possono
essere notevoli. Con cancro al quarto stadio il trattamento ormonale  produce risposta nel 15-30% dei pazienti, ma il NCI non fornisce dati sulla sopravvivenza.

Cancro al cervello.
Il NCI fornisce schede tecniche per ogni tipo di  tumore cerebrale. Si considerano qui, come esempio, l’astrocitoma anaplastico, l’astrocitoma diffuso e il glioblastoma. Il NCI per il primo e il terzo  tipo afferma che hanno una bassa percentuale di cura con i trattamenti locali standard e che i malati sono candidati appropriati per studi clinici che provino nuove forme di trattamento. Per il secondo tipo afferma che è più curabile rispetto ad altri tipi, ma che esistono alcune controversie sul trattamento standard composto dalla chirurgia più radioterapia e che  alcuni medici preferiscono evitare la radioterapia soprattutto in pazienti con  meno di 35 anni. Stando ai dati forniti dal National Cancer Institute  americano, risulta auspicabile, ed è stato detto anche da numerosi oncologi, trovare strade diverse che possano garantire percentuali maggiori di sopravvivenza senza gli effetti avversi tossici che le terapie convenzionali hanno e che influiscono non poco sulla qualità della vita.
Per avere un’idea di tali effetti tossici, si prendano ad esempio i dati forniti dal dottor Vincenzo Cordiano, stimato ematologo all’ospedale di Valdagno (Vi) e co-autore del libro «La medicina di laboratorio nella pratica medica» [4]. Cordiano, parlando dei trattamenti utilizzati nel Linfoma di Hodgkin afferma che «il tipo di chemioterapia è importante poiché il rischio di leucemia si aggira sul 3% a 10 anni nei soggetti trattati con MOPP o protocolli simili contenenti mecloretamina». «Sono segnalati secondo tumori solidi della mammella, del polmone, della tiroide, delle ossa e del colon soprattutto  in soggetti che hanno ricevuto radioterapia. Circa l’80% di questi tumori compare in zone precedentemente irradiate». Cita anche uno studio del NCI, secondo cui «i sopravvissuti avevano il doppio di probabilità di  sviluppare un secondo tumore rispetto alla popolazione generale e il rischio rimaneva significativamente elevato per oltre 25 anni», «Tossicità cardiaca – continua Cordiano – può manifestarsi con aterosclerosi coronarica precoce compreso l’infarto, miocardite e pericardite.
In pazienti trattati per Linfoma di Hodgkin possono comparire linfomi Non Hodgkin che secondo  alcuni studi sarebbero provocati dalla terapia, anche se non è stato sicuramente dimostrato».
Da considerare sono anche le affermazioni che si trovano nel materiale del corso di oncologia medica dell’Università di Firenze, coordinato dal professor Roberto Mazzanti.
Gli scritti,«Principi di chemioterapia» [5],  sono documenti destinati agli studenti della facoltà di medicina, quindi  formano i futuri medici. Si legge: «Un agente antitumorale raramente potrà, da solo, eliminare tutte le cellule cancerose senza dare effetti tossici intollerabili per il paziente.
La chemioterapia antitumorale è infatti fortemente limitata dalla sua tossicità».
Nella relazione del corso coordinato dal prof. Mazzanti sono elencati gli effetti tossici dei diversi chemioterapici.

Vediamone alcuni:
Agenti alchilanti. «Interagiscono direttamente con il Dna, possono  provocare dei legami a ponte (cross-link) tra due filamenti del Dna o anche all’interno dello stesso filamento provocando la rottura completa della molecola di Dna oppure un blocco della trascrizione e della duplicazione.
Appartengono al gruppo dei farmaci ciclo aspecifici, cioè danneggiano ogni cellula in qualsiasi fase essa si trovi».

Mostarde azotate. «La mecloretamina è un derivato di un gas vescicante  usato a scopi bellici, il gas iprite. È mielotossica (neutropenia e trombocitopenia)». La ciclofosfamide può provocare cistite emorragica.
«Molto importante è anche la cardiotossicità che consiste in un infarto miocardico massivo con emorragia interstiziale, edema, versamento pericardico ad insorgenza acuta e decorso sfavorevole».
Per Ifosfamide: neurotossicità e danno renale. Nitrosuree. «La tossicità dose-limitante è quella del midollo: è tardiva (dopo 4-6 settimane di terapia) e cumulativa. Molto importante anche la tossicità polmonare, renale ed epatica».
Procarbazina. «Il principale impiego è la terapia MOPP del linfoma di Hodgkin. Numerosi effetti tossici: neurologici, ematologici, gastroenterologici, alopecia, azospermia. È un potente cancerogeno (induce leucemie acute a breve e a lungo termine)». Antimetaboliti. Tra questi farmaci, il methotrexate, tra le altre cose, «è mielotossico e provoca gravi danni a livello gastroenterico tanto che talvolta è necessario sospendere la terapia: frequenti la mucosite,  diarrea, sanguinamento e addirittura la perforazione. È tossico per fegato e reni».
Ma i chemioterapici non risultano soltanto tossici per chi li assume (per  i malati di cancro questi effetti sono considerati ‘accettabili’ in vista  dei possibili effetti terapeutici), ma anche per chi li somministra o sta a contatto con i pazienti che li assumono.
A tale proposito risulta interessante la lettura del Rapporto n. 02/16 dell’Istituto Superiore di Sanità che ha preso in considerazione l’esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA) [6]. «Proprio a causa delle loro  proprietà citotossiche e immunosoppressive – si legge nel Rapporto – gli  antiblastici possono paradossalmente causare tumori secondari. Infatti, non sono solo  in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di neoplasie». E ancora: «Mentre per i pazienti tali effetti tossici sono considerati ‘accettabili’ in vista dei possibili benefici terapeutici, essi non dovrebbero mai colpire i medici, i farmacisti, gli infermieri e gli altri possibili operatori. Invece, a partire dagli anni ’70, numerosi studi  hanno dimostrato la pericolosità dei CA per gli operatori sanitari». «Alcuni  degli effetti tossici che colpiscono i pazienti sono stati osservati anche in operatori sanitari e in particolare in infermieri dei reparti oncologici», prima che venissero introdotte le linee guida per la manipolazione dei CA.
Ma anche successivamente sono stati rilevati disturbi a livello oculare, cutaneo e respiratorio causati da CA vescicanti; reazioni allergiche da composti del platino e altri CA; possibili tumori causati da CA  cancerogeni; effetti sull’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili  all’apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari.
C’è da chiedersi se queste informazioni vengano fornite dai medici ai  malati di cancro quando questi devono prendere una decisione sulla strada da intraprendere. La pratica del cosiddetto consenso informato informa veramente la persona tanto da renderla capace di fare una scelta ?

Come si vede, la situazione è assai delicata e non può essere affrontata  con leggerezza, ma è indubitabile che altre strade dovrebbero essere esplorate  e percorse per cercare approcci terapeutici maggiormente efficaci e sicuri.
Il National Institute of Health americano, una delle maggiori autorità in  campo sanitario a livello mondiale, offre una possibilità di riflessione ulteriore, in quanto ha istituito il National Center for Complementary and Alternative Medicine, cioè il Centro Nazionale per le medicine  complementari e alternative [7], che fornisce un’ampia sezione di informazioni dedicate anche all’approccio con il cancro, sottolineando l’esigenza di non  ignorare queste diverse strade e di incoraggiare studi clinici in proposito. Di un simile ente istituzionale, in Italia, non esiste né è mai esistito nemmeno un analogo e qui si fatica non poco a reperire materiale scientifico e rigoroso in merito ad approcci terapeutici anticancro differenti dai protocolli convenzionali. Un altro filone imboccato di recente dalla  ricerca è quello dei cosiddetti farmaci biologici. Si tratta per esempio del neurormone somatostatina (che blocca l’angiogenesi tumorale, cioè la proliferazione dei vasi sanguigni che alimentano il tumore), della melatonina, dei retinoidi, la cui azione antitumorale è stata dimostrata  da migliaia di studi scientifici disponibili sulle banche dati mediche [8],  con possibili effetti avversi estremamente meno tossici di chemioterapici e radioterapia.
Tali farmaci, che molti conoscono per essere stati associati alla Terapia Di Bella e quindi sminuiti, stanno suscitando invece gli entusiasmi di quegli oncologi di fama internazionale che sono stati  proprio i maggiori detrattori di Di Bella stesso. Nel 2002 Umberto Veronesi ha ricevuto persino un premio per l’uso della somatostatina nella lotta ai tumori e ha attestato sulle riviste mediche l’efficacia dei retinoidi  nella cura del cancro; il dott.Paolo Lissoni dell’ospedale San Gerardo di Monza  ha pubblicato numerosi studi scientifici sull’azione antitumorale della melatonina; Franco Mandelli, ematologo alla Sapienza di Roma, ha affermato che l’acido retinoico favorisce la cura delle leucemie promielocitiche  [9].
E in tanti si augurano che, lasciati da parte pregiudizi, interessi e potere, si possa veramente imboccare la strada di una prioritaria tutela della vita umana.

Note:
[1] Il grafico è tratto dalla sezione che il National Cancer Institute dedica alle statistiche e ai grafici e si trova in:
http://cancercontrolplanet.cancer.gov/atlas/timeall.jsp?ac=1
[2] «Treatment of inoperable carcinoma of bronchus», Laing, Berry, Newman, Peto. Lancet, 13 dicembre 1975.
[3] Il National Cancer Institute americano ha un aggiornatissimo sito web (www.cancer.gov), dal quale possono essere tratte, sia dai pazienti che  dai medici, informazioni sui vari stadi dei diversi tipi di cancro, sulla sopravvivenza a 5 anni, sui trattamenti ritenuti standard e la loro efficacia. Le informazioni qui fornite sono tratte dalle sezioni dedicate agli operatori sanitari, accessibili comunque a tutti.
[4] «La medicina di laboratorio nella pratica medica», Selecta Medica, Pavia. Il dottor Vincenzo Cordiano ha curato il capitolo 6, dal titolo «Ematologia clinica e di laboratorio». I dati qui utilizzati si trovano in:
www.geocities.com/ematologia/varie/hodgkin_coll.html.
[5] «Principi di chemioterapia – 2», Corso di oncologia medica,  coordinatore prof. Roberto Mazzanti, Università di Firenze:
www.med.unifi.it/didonline/Anno-IV/spec-medchirII/oncologiamed/CTparte2.htm.
[6] «Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici: rischi per  la riproduzione e strategie per la prevenzione», Rapporto Istisan n. 02/16,  104 pagine.
[7] Il National Center for Complementare and Alternative Medicine è un ente del National Institute of Health. Le informazioni riguardanti il cancro si possono trovare in www.nccam.nih.gov/health/camcancer.
[8] Su somatostatina, melatonina e retinoidi si trovano parecchie migliaia di studi pubblicati nella banca dati Med-Line (Pub-Med), data-base messo a disposizione dalla National Library of Medicine americana  (www.nlm.nih.gov).
Tali studi attestano l’attività antitumorale di queste sostanze, come  anche di altre, quali la vitamina C e D.
[9] Si veda l’articolo «La rivincita di Di Bella» pubblicato sul numero 9  di «Salute è», settembre 2003.
By Claudia Benfatti  (2006)
Tratto da: Aam Terranuova – Marzo 2006

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RADIOTERAPIA

Le radiazioni ionizzanti utilizzate in radioterapia sono in grado di danneggiare il DNA del tessuto bersaglio.
Le cellule tumorali sono, in genere, scarsamente capaci di riparare i propri danni e quindi vanno in contro a morte cellulare.
Per risparmiare tessuti sani, ad esempio pelle o organi che la radiazione deve superare per arrivare al tumore, i fasci delle radiazioni vengono sagomati e rivolti da diverse angolazioni, intersecandosi nel centro della zona da trattare, dove perciò vi sarà un quantitativo di dose assorbita totale superiore che nelle parti adiacenti.

Quindi l’esposizione a irradiazioni ionizzanti come i raggi X e similari utilizzati anche nella Radioterapia, anche se  a basso livello di intensita’, può indurre “stress” cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari (mitocondriopatia).
Questo “stress” può causare danni irreversibili al DNA mitocondriale (esso è dieci volte più sensibile allo stress ossidativo e nitrosativo del DNA nel nucleo della cellula).
Il DNA mitocondriale non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche, pertanto eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna.

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Cancro: un crepuscolo degli dei – 10/03/2008
Come è nata questa strana pratica di somministrare terribili sostanze ai pazienti per guarirli, la chemioterapia ? Essa si basa sul fatto che le cellule cancerose sono più deboli di quelle sane, pertanto, sotto l’azione di veleni o di radiazioni ionizzanti, sono le prime a morire. Questa constatazione porta però a una delle pratiche più insensate della storia della medicina: avvelenare ed irradiare il paziente per guarirlo ! Anche la persona meno informata, riesce a comprendere che guarigione significa miglioramento della salute. Nessuna persona sana di mente penserebbe che l’inquinamento, gli esperimenti atomici o l’incidente di Chernobyl siano i provvidenziali vantaggi dei nostri tempi per mantenerci sani.
Tutte quelle discussioni fatte in televisione di volta in volta su chemio o medicine alternative hanno un solo scopo: confondere le idee e annebbiare le menti della gente. In verità la questione è di una semplicità lapalissiana e disarmante. Vogliamo sapere se la chemio è una terapia valida o no?
E’ molto facile saperlo; basta fare quello che si fa con qualsiasi altra cosa di qualsiasi genere per sapere se funziona o no:
si osservano i RISULTATI.
Su di essa esistono studi, statistiche, dati ufficiali accurati. E’ vero che gli oncologi, con la complicità dei media, creano su di essi una cortina fumogena, ma non è per niente difficile averli; poi basta leggerli. lo li ho trovati e ve li posso comunicare. Ripeto: questi non sono i miei dati, sono i dati ufficiali dell’oncologia ufficiale. Confrontateli con le centinaia di ore di chiacchiere televisive trionfalistiche di Tirelli & C.

Prima di tutto bisogna sapere cosa si intende in medicina per paziente guarito di cancro. Poiché effettive guarigioni non ne ottengono mai, definiscono guarito colui che sopravvive almeno cinque anni dal giorno della diagnosi, anche se muore cinque anni e un giorno dopo, anche se alla fine del quinto anno ha un cancro grande come una zucca che gli sta straziando il corpo. Credo che veramente poche persone conoscano questo dato. Non è che venga tenuto segreto; ma, per darvi un’idea, io per televisione in tanti anni l’ho sentito spiegare solo un paio di volte e solo di sfuggita.
Ricordatevi che cambiare il significato alle parole è un mezzo importante per confondere e dominare.
Questo dato pertanto è fondamentale, è una chiave per capire veramente tutti i discorsi che fanno gli oncologi quando parlano di “guarigione”.
Premesso ciò, loro proclamano che: ogni 100 persone che si ammalano di cancro, 50 guariscono; in altre parole ciò significa soltanto che 50 muoiono entro 5 anni dalla diagnosi, le altre dopo.
In verità le cose stanno perfino molto, ma molto peggio di così. Se lasciamo perdere le chiacchiere televisive e le cialtronate per ottenere offerte e finanziamenti e ci riferiamo a ciò che effettivamente è scritto e provato, troviamo che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi di “tumore certo” è mediamente del 7%. Nella tabella seguente trovate i dati riferiti ad alcuni specifici tipi di tumore. Sono presi dal monumentale trattato Medicina Oncologica di Bonadonna e Robustelli (testo universitario): mille pagine per dire “non ci abbiamo capito niente”.

Ma perfino questi dati sono troppo ottimistici !
Un lavoro scientifico pubblicato nel 2004, prende in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della chemio nella cura del cancro. I risultati, usciti dallo spoglio di un campione immenso e più che rappresentativo di circa 227.800 casi di tumore, sono catastrofici: in media, solo il 2% dei pazienti sottoposti alla chemio risulta essere ancora vivo dopo 5 anni dall’inizio del trattamento “terapeutico”.
Provate un po’ ad immaginare un impresario edile che costruisce case il cui 93 o 98% crolla entro cinque anni dalla costruzione. Prima di tutto nessuno lo pagherebbe più e poi verrebbe messo in galera; a meno che qualcuno non lo appenda prima al più vicino lampione… Invece gli oncologi vengono strapagati, onorati, vezzeggiati, ascoltati per ore e ore in noiosissime trasmissioni televisive di medicina.
I più famosi oncologi italiani riescono a farsi pagare 200-300 euro o più per una visita di 10-15 minuti !
Incomprensibile… Il fatto è che costoro fanno leva sulla paura, sul dolore e sull’ignoranza di questi dati da parte dei malati e dei loro famigliari. Come la paura e l’ignoranza vengono poi alimentate sistematicamente con ogni mezzo, potete facilmente constatarlo voi stessi.

Il Prof. Luigi Di Bella qualche anno fa avvertì che “se una persona viene dimessa dall’ospedale, si dice che è in remissione. Quando ritorna viene curata e viene dimessa un’altra volta. Se ogni dimissione viene considerata come un dato positivo, i conti aumentano. E siccome non si può morire più di una volta, se un individuo è stato dimesso 9 volte ed è morto una volta sola si avrà un 90% di guarigione e il 10% di mortalità. La fortuna dei medici è che si muore una volta sola”.
Estremamente importante in questo contesto è la vasta indagine condotta lungo 23 anni dal Prof. Hardin B. Jones, fisiologo presso l’Università della California, e presentata già nel 1975 al Congresso di Cancerologia, presso l’Università di Berkeley. Oltre a denunciare l’uso di statistiche falsificate, egli prova che i cancerosi che non si sottopongono alle tre terapie canoniche (chemio, radio e chirurgia N.d.A.) sopravvivono più a lungo o almeno quanto chi riceve queste terapie. Come dimostra Jones, le malate di cancro al seno che hanno rifiutato le terapie tradizionali, mostrano una sopravvivenza media di 12 anni e mezzo, quattro volte superiore a quella di 3 anni raggiunta da coloro che si sono invece sottoposte alle cure complete.

Uno studio condotto da quattro ricercatori inglesi, pubblicato su una delle riviste mediche più autorevoli del mondo, The Lancet del 13-12-1975, e che riguarda 188 pazienti affetti da carcinoma inoperabile ai bronchi. La vita media di quelli trattati con chemioterapia completa fu di 75 giorni, mentre quelli che non ricevettero alcun trattamento ebbero una sopravvivenza media di 220 giorni.
Un altro dato fondamentale che indica come le terapie ufficiali per i tumori siano inefficaci, sono semplicemente le statistiche di morte per tumore. Nonostante le decine di miliardi di euro spesi per la ricerca e le centinaia di miliardi per i trattamenti, i dati degli istituti di statistica dì tutti gli stati occidentali mostrano che le morti per cancro dal 1950 alla fine del secolo sono continuamente e notevolmente aumentate.

Riunione del settembre 1994 del President’s Cancer Panel: “Tutto sommato, i resoconti sui grandi successi contro il cancro, devono essere messi a confronto con questi dati” aveva detto Baílar, indicando un semplice grafico che mostrava un netto e continuo aumento della mortalità per cancro negli Stati Uniti dal 1950 al 1990. “Torno a concludere, come feci sette anni fa, che i nostri vent’anni di guerra al cancro sono stati un fallimento su tutta la linea”.
Chi è questo personaggio che esprime idee così eretiche, un naturopata ? un ciarlatano, come è stato definito Di Bella ? Un guaritore che approfitta dei poveri malati ? Uno che non conosce le percentuali di guarigione ?
Risulta difficile definire ciarlatano o incompetente, John C. Bailar III, insigne professore alla Mc Gill University, uno dei più famosi esperti di epidemiologia e biostatistica. Non parlava del resto ad una platea di sprovveduti; il President’s Cancer Panel è nato in conseguenza del National Cancer Act, un programma di lotta contro il cancro, firmato dal presidente americano Richard Nixon il 23 dicembre 1971 e per cui si sono spesi fino al 1994 ben 25 miliardi di dollari. I dati relativi alla situazione della lotta al cancro vengono forniti direttamente al Presidente degli Stati Uniti. La conclusione principale di Bailar, con cui IMI (National Cancer Institute) concorda, è che la mortalità per cancro negli Stati Uniti è aumentata del 7% dal 1975 al 1990. Come tutte quelle citate da Bailar, questa cifra è stata corretta per compensare il cambiamento nelle dimensioni e nella composizione della popolazione rispetto all’età, cosicché l’aumento non può essere attribuito al fatto che si muore meno frequentemente per altre malattie. I dati “grezzi” sono ancora più pesanti.

Esaminiamo altri dati e altre falsificazioni.
Gli oncologi vanno dicendo che le possibilità di guarire dal cancro sono molto più alte oggi, il 50 %, rispetto al 20 % del 1930. Se teniamo per buoni questi dati (ma sappiamo che sono privi di fondamento), come mai allora le morti per cancro sono spaventosamente aumentate negli ultimi 70 anni ? Il fatto è che nel 1930 non esistevano tutti i sofisticati mezzi di diagnosi e le campagne di sensibilizzazione alla diagnosi precoce; pertanto il cancro veniva scoperto tardivamente e così il tempo fra la diagnosi e il decesso era breve, se non brevissimo. Oggi invece, poiché la diagnosi avviene spesso in tempi molto più precoci, la morte arriva più tardi rispetto alla diagnosi stessa e più sovente oltre i fatidici 5 anni !
Cito ancora la conclusione a cui sono arrivati ricercatori del Dipartimento di genetica e di biologia molecolare dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma attraverso ricerche sperimentali. Essi “confermano, infatti, che alcuni chemioterapici, quali la citosinarabinoside, il metotrexato, la vincristina ed il cisplatino4 (sostanze usate comunemente e quotidianamente nei trattamenti N.d.A.), in particolari linee tumorali aumentano la resistenza alla morte cellulare
(…) Questi risultati sono sorprendenti, poiché dimostrano che i suddetti chemioterapici non uccidono le cellule tumorali, come invece generalmente si ritiene, bensì, impedendo l’apoptosi (morte della cellula, N.d.A.), facilitano la crescita del tumore” .

A fronte di un’efficacia nulla della chemioterapia e degli altri trattamenti, ben testimoniata dai risultati, vi è la terribile tossicità delle sostanze usate, tanto è vero che le autorità sanitarie hanno dovuto prendere drastici provvedimenti per salvaguardare la salute dei lavoratori addetti alla manipolazione e somministrazione di questi cosiddetti farmaci (medici, infermieri e farmacisti).
Poiché la lista degli effetti collaterali è molto lunga, mi limito a darvi alcune delle caratteristiche tossicologiche in generale e di un paio di sostanze specifiche, prendendole da una pubblicazione dell’Istituto Superiore della Sanità.

Chemio in generale.
Tra una ventina di effetti collaterali, troviamo: sterilità, aborti, malformazioni nei figli, danni a cuore, fegato, reni, sistema nervoso e produzione di tumori secondari (!!!). “Infatti, non solo essi sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di neoplasie”. Lo sanno anche loro che questa è una pratica assassina; di questo non avevo dubbi.

Antraciclinici: “Stomatite, alopecia e disturbi gastrointestinali sono comuni ma reversibili. La cardiomiopatia, un effetto collaterale caratteristico di questa classe di chemioterapici, può essere acuta (raramente grave) o cronica (mortalità nel 50 % dei casi). Tutti gli antraciclinici sono potenzialmente mutageni e cancerogeni” .

Procarbazina: “E’ cancerogena, mutagena e teratogena (malformazioni nei figli, N.d.A.) e il suo impiego è associato a un rischio del 5-10 % di leucemia acuta, che aumenta per i soggetti trattati anche con terapia radiante’

Qual è la castroneria che sta alla base di questa orribile situazione ? Nonostante nel corso dei decenni ci siano sempre stati molti pareri contrari, tutta l’oncologia oggi si basa su un’ipotesi (badate bene ‘ solo un’ipotesi), che non è mai stata dimostrata. Secondo questa tesi, il cancro si origina da una cellula che, per un danno genetico, comincia a proliferare all’impazzata. Senza a stare ad esaminare quanto sia attendibile da un punto di vista scientifico questa teoria, limitiamoci a riflettere sui risultati ottenuti su questa base negli ultimi 60 anni: zero.
Nonostante il totale fallimento di questa teoria, nessuna voce contraria ha alcuna possibilità di essere ascoltata. Perfino la medicina non convenzionale ne è stata contagiata e, nonostante i suoi risultati sicuramente migliori, non ha trovato il bandolo della matassa.
By Alberto Mondini
Fonte: disinformazione.it

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TERAPIE ALTERNATIVE al CANCRO
1. Alcune riviste scientifiche si fanno pagare per pubblicare gli articoli. Moltissime di queste riviste, sostenute da grandi case farmaceutiche, determinano una vera e propria “dipendenza” a tutto danno dell’obiettività (vedi: Scott Gottlieb, “Medical societies accused of being beholden to the drugs industries”, British Medical Journal, 20 novembre 1999 ed altri scritti).
Lo stesso discorso, naturalmente, non vale quando si tratta di nuovi chemioterapici o di terapie che, più che ai pazienti, fanno più bene a chi le produce ed a chi le applica.

  1. A che cosa servono le riviste scientifiche se, oltre a quanto detto al punto precedente, pochissimi poi le leggono, anche quando il contenuto è valido e serio ?
    A riprova di questo, potremmo citare gli studi pubblicati su alcune proprietà delle vitamine – prima sconosciute – che potrebbero dare un valido aiuto in tante patologie ma che invece sono ignorate anche da moltissimi medici. Non solo.
    A che servono gli articoli scientifici se poi la stragrande maggioranza di medici e ricercatori – ad esempio – ignora gli innumerevoli studi fatti. per esempio, sulla somatostatina, melatonina, bromocriptina, ecc. ecc. come sostanze antitumorali ?
  2. Si è detto che ogni medico deve essere libero di curare i propri pazienti “secondo scienza e coscienza”. Detto che è uno dei fondamenti dell’insegnamento ippocratico che ogni medico cita, alla consegna della laurea, giurando fedeltà a tale principio.
    Ma a questa affermazione si è risposto da parte dell’ordine dei medici, più o meno così: “Ma siete pazzi ?  In questo modo qualunque medico potrebbe mettersi d’accordo col farmacista e somministrare acqua fresca al proprio paziente ! “.
    Con la stessa logica, allora, dovremmo chiudere immediatamente tutte le banche per prevenire le rapine !
  3. Ammesso e non concesso che non ci fossero i “presupposti scientifici” per sperimentare qualsiasi terapia alternativa, nei confronti di una malattia così grave, che a tutt’oggi non ha valide terapie risolutive, la scienza medica ha il dovere di interrogarsi e, con il consenso informato dei pazienti e dei loro familiari, (trattandosi anche di pazienti, senza alcuna alternativa, dati per spacciati dalla cosiddetta “medicina ufficiale”), può e deve procedere ad una seria sperimentazione.
  4. La “sperimentazione” ministeriale, per esempio del Metodo Di Bella, caotica, preconcetta, anomala,  spudoratamente fasulla e volutamente alterata, capace comunque di cambiare le carte in tavola, ha messo di fatto in luce l’assurda e scellerata ostilità di molti baroni della medicina.
    Sul piano dell’efficacia o meno della MDB non ha saputo e non ha voluto dirci nulla anche  quando ci sono stati  risultati positivi (vedi, tra gli altri, quelli ottenuti sul trattamento dell’osteosarcoma  all’Istituto Rizzoli di Bologna). Grazie a questa “specie di sperimentazione”, il Ministero della Sanità e l’ISS ne sono usciti con le ossa rotte. E sul piano internazionale, abbiamo perso del tutto la faccia.
  5. Di fronte a tanta ottusa ostilità di baroni, baronetti e lustrascarpe della cosiddetta “medicina ufficiale” perché biasimare il prof. Luigi Di Bella se afferma che i suoi avversari sono anche quelli che non condividono la sua terapia ? Anche qui una logica a senso unico: gli altri possono ingiuriare, offendere, dire castronerie, atteggiarsi con becera e feroce avversità contro Di Bella e la sua terapia, lui, invece, non può neanche difendersi.
  6. Stiamo parlando di cancro e quindi di tutti i tipi di cancro. Le terapie ufficiali sono  la chemio e la radioterapia ! Ebbene, anche queste sono ampiamente messe in discussione da autorevoli pareri (cfr Katzung BG, Farmacologia Generale e Clinica, n. 8; cfr anche Lissoni, Giani, Brivio, Pelizzoni, Pirato, Tremolada, Aurora, Divisione di Radioterapia Oncologica, Divisione di Chirurgia, Ospedale S. Gerardo di Monza; cfr prof. Umberto Veronesi, prof. Claudio Bordignon del S. Raffaele di Milano e altri autori).

C’è da dire, quindi, che contro il cancro la “medicina ufficiale” ha le armi spuntate e che è ben lungi dal fornire “terapie validate e certe”. Del resto, non si capirebbe altrimenti la ragione di frequenti, numerose e strappalacrime raccolte miliardarie per sostenerne la ricerca.

  1. Non ci risulta che il prof. Di Bella abbia mai sostenuto che la MDB è efficace nel 100% dei casi. Anzi, si è sempre detto che la MDB non è la panacea, ma è un valido strumento per combattere il cancro.
    Le guarigioni sono tutt’altro che rare così come l’allungamento della sopravvivenza. Molti parametri entrano in gioco ma non si può sostenere che tutti i casi guariscano.
    La MDB potrà sicuramente essere approfondita e migliorata e migliori saranno i risultati. Per farlo, però, bisogna prima di tutto essere veri scienziati e veri uomini con un minimo di sensibilità verso il dolore e soprattutto con una grande apertura mentale.
    By Anonimo

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    Una voce dal fronte ufficiale
    In un piccolo angolo della Svizzera, in un nosocomio di oncologia ho iniziato una semplice formazione di aiuto infermiere e ci ho lavorato per 3 anni. Trovai terminali, e giovani di 20 a 30 anni con questo male chiamato cancro o tumore.
    Molti pazienti (che non avevo conosciuto prima dei 3 anni) rientravano in istituto 3 – 5 anni dopo avere eseguito diverse sedute di trattamento chemioterapico per nuovi esami di controllo, e altri perchè dopo i 3-5 anni riapparivano neoplasie, sia dopo diversi trattamenti di chemioterapia, sia dopo un intervento chirurgico.

    In quel periodo i diversi oncologi dell’istituto esaltavano l’efficacia del trattamento tramite i mass-media, portando con se pazienti come testimonianze, ma questi stessi pazienti qualche mese dopo tornavano in istituto per nuovi accertamenti, o perché si erano riscontrate metastasi o per un “peggioramento generale delle condizioni”.
    Incuriosito dai fatti, domandai ai diversi assistenti medici, locali e internazionali (perchè molti venivano dall’estero), e udii voci come questa:
    “La chemioterapia è una terapia vecchia, …… attualmente i pazienti oncologici dove lavoravo io vengo trattati con la radioterapia”. Altri mi dicevano che “anche la radioterapia è invasiva”, e qualcuno accennava che “si sapeva da tempo che il cancro era probabilmente un semplice FUNGO e che poteva essere trattato diversamente”, e che “le “bombe” della chemio e della radioterapia andranno solo a distruggere il sistema immunitario dell’individuo”.

    Il fatto è che nei tre anni trascorsi in oncologia della quale potrei raccontare molte cose, perchè mi occupavo della loro igiene personale e osservavo i medicamenti che gli somministravano, con sintomi micidiali già noti agli esperti, cosi come lo sconsolo dei loro sentimenti calpestati da sostanze che gli offrivano “speranze gasose”. nessuno di loro è migliorato a lungo termine, anzi, tutto il contrario.
    Adesso lavoro in sala operatoria, e guarda caso ritrovo i diversi pazienti che avevo seguito per interventi chirurgici di mastectomia, carcinomi, adenocarcinomi, tomie varie, e qualcuno per un’ultima speranza dopo la chemio di asportazione della zona interessata.
    Devo essere sincero che dopo il post intervento ignoro cosa accade al paziente sulla sua salute, ma i pazienti che ho conosciuto in questa piccola regione, dei quali ho coltivato la loro amicizia, dopo l’intervento, le loro condizioni fisiche e psichiche non sono migliorate. Specialmente le donne che ho conosciuto con interventi di mastectomia, iniziatasi con il controllo del linfonodo sentinella, poi mastectomia parziale e poi totale.
    Per ultimo notavo che l’approccio tra medico e paziente era frivolo, il primo non si sforzava in creare una empatia, piuttosto una “dispatia” (se vale il termine) trattando il paziente come un cliente.
    By M.M. –  Tratto da: luogocomune.it

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    Il Cancro nasce in sintesi e secondo la Medicina naturale (che non e’ non legata alle multinazionali dei farmaci e Vaccini).perche’ l’organismo del canceroso e’ intossicato, e la microcircolazione, nei tessuti intossicati, viene ad essere alterata, producendo, a valle di essa, nelle cellule dei tessuti investiti da quel processo: malfunzione cellulare, (nutrimento ed eliminazione = respirazione cellulare alterata = metabolismo alterato = malnutrizione cellulare e tissutale assicurata), producendo successivamente infiammazione nei tessuti e stress ossidativo cellulare e per caduta immunodepressione, e parallelamente alterazione anche del sistema enzimatico per la precedente alterazione della flora batterica, pH digestivo non regolare (e quindi l’organismo e’ mancante di minerali e vitamine ed in stato di acidosi), in quelle condizioni esso e’ molto facilmente parassitato da certi, parassiti,  batteri e funghi(candida) i quali producono anche tossine ed ulteriori infiammazioni: Ma tutto cio’ e’ “gestito” come Causa primordiale dai Conflitti Spirituali (consci ed inconsci) e dall’intenso stress del vissuto.
    Il Cancro quindi e’ una malattia MULTIFATTORIALE.
    Quindi il medico, il terapeuta od il soggetto stesso DEVONO operare seguendo la stessa strada percorsa per l’ammalamento.
    Cioe’ devono lavorare per disintossicare il malato + disinfiammare l’organismo ed i tessuti interessati, ripristinare il pH digestivo, enormalizzare le digestioni + il malassorbimento sempre presente nel malato ed eliminare quei parassiti, batteri e funghi, che hanno proliferato in modo abnorme, per mancanza dei loro antagonisti + rinforzare il sistema immunitario SEMPRE compromesso in TUTTI i malati, cancerosi compresi ed eliminare i Conflitti Spirituali (quali Vere Cause) e lo stress esistenti, oltre a lavorare sul metabolismo alterato per ridurre ed eliminare lo stress ossidativo cellulare e quindi quello tissutale, sempre presenti in qualsiasi malattia e specie nel cancro, per i danni alla microcircolazione indotti dalle intossicazioni piu’ o meno intense.
    E tuttavia, laddove ci sia anche una piccola volontà e speranza di vivere, un’adeguata terapia fito-nutrizionale (NdR: anche via endovena con soluzioni mineral – vitaminiche – vedi QUI il medico che utilizza con successo questo sistema –  l’ideale e utilizzare quelli non di sintesi chimica, ma di estrazione naturale – assieme all’assunzione via orale di fermenti lattici appropriati a seconda del paziente ed enzimi) può rendere normale il guarire naturalmente dal tumore, cosa che oggi vogliono farci ritenere impossibile o puramente miracoloso (vedi quei medici che alle volte preferiscono spedire il malato a Lourdes piuttosto che permettergli di curarsi naturalmente).

    L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro –  Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
    Cancro = Combattere l’acidita’ per sconfiggerlo – Le ultime ricerche
    Nutriterapia Biologica Metabolica x il Cancro e non solo + Terapia Biologica Metabolica CRAP + Cura metabolica per il Cancro + Stress Ossidativo + PREVENZIONE, TERAPIA per il Cancro, perche’ NON si vuole applicare ? + Terreno Oncologico + Bioelettronica + Semeiotica e Biofisica

    Documenti provanti l’indispensabilita’ delle Vitamine della Frutta e verdura, oltre ai sali minerali:
    Doc.1 
    +  Doc.2  +  Doc.3  +  Doc.4  +  Doc.5  +  Doc.6  +  Doc.7  +  Doc.8  +  Doc.9  +  Doc.10  +  Doc.11  +  Doc.12  +  Doc.13  +  Doc.14  +  Doc.15  +  Doc.16  +  Doc.17  +  Doc.18  +  Doc.19  +  Doc.20  +  Doc.21  +  Doc.22 +  Doc.23  +  Doc.24  +  Doc.61

    vedi anche : CURE Naturali del Cancro + Documentazione  + Protocollo G. Puccio +  Diritti negati + Ricercatore ostacolato dalla Oncologia Ufficiale + Giornale di Sicilia + Come fare i clisteri di acqua basica + Cancro e Medicina Naturale  +  1.000 Piante per il Cancro  +  Libro del dott. Nacci  (Italiano) +  Libro del dott. Nacci in Inglese +  Condiloma eliminato con acqua basica al Bicarbonato di Sodio + Protocollo della Salute + Cancro + Diagnosi precoce

    IMPORTANTE SCOPERTA su Latte materno e Cancro
    Ricercatori svedesi dell’Università di Lund hanno trovato risultati promettenti dalla ricerca gli effetti della sostanza sui pazienti. concancro alla vescica  – Maggio 2017
    Nei primi studi clinici con pazienti affetti da cancro della vescica, quelli iniettati con il composto ha cominciato a gettare le cellule tumorali morte attraverso la loro urina in pochi giorni.
    Il composto derivante dal latte materno mira le cellule tumorali da solo, offrendo un’alternativa ai trattamenti chemio e radioterapia che danneggiano le cellule, sia sane e cancerose nel corpo.
    http://www.independent.co.uk/life-style/health-and-families/health-news/breast-milk-cancer-sweden-university-of-lund-a7735351.html  

CANCRO risolto ?
La registrazione per la visione el documentario “Eastern Medicine”; esso mette in mostra i segreti anti-cancro in 7 nazioni asiatiche – 27/03/2019

Ma cosa succederebbe se il cancro fosse già stato risolto al di fuori del ristretto sistema della medicina occidentale corrotto dai farmaci ?
Un documentario in 7 parti, con il lancio della registrazione di oggi, ti porta le risposte trovate attraverso la medicina orientale . Il documentario prodotto professionalmente si chiama  Eastern Medicine – Journey Through Asia , ed è uno sguardo esclusivo sui trattamenti per il cancro naturale, disponibili solo attraverso il nostro partner cinematografico linkato di seguito (Netflix e Amazon stanno mettendo al bando tutti i film sulla salute olistica, che ci crediate o no) .
Ma non devi perderti questo incredibile evento documentario. Registrati ora a questo link e sarai in grado di vedere il documentario completo gratuitamente, direttamente dal sito web dei produttori cinematografici che hanno viaggiato attraverso l’Asia per immortalare questo spettacolare evento cinematografico.
Le vere risposte al cancro si trovano al di fuori degli Stati Uniti, e al di fuori del sistema corrotto “malato” controllato dal settore farmaceutico

I 7 episodi sono intitolati:
EPISODIO 1 “La terra del sole nascente”
EPISODIO 2 “L’isola meravigliosa ”
EPISODIO 3 “Perla dei mari dell’oriente”
EPISODIO 4 “La città del leone”
EPISODIO 5 “La terra degli indigeni del Malese”
EPISODIO 6 “La terra del sorriso”
EPISODIO 7 “La terra degli alberi di Jambu”

Registrati ora a questo link per guardare il documentario completo – (La registrazione è gratuita.)
Preservare la conoscenza umana che può salvare vite e porre fine alla sofferenza

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