MEMORIA dell’ACQUA (Conferme)
E’ INDISPENSABILE per stare sempre BENE e’ l’assunzione quotidiana,
per certi periodi, di acqua Basica a pH min. di 7,35 > 11 (almeno 1,5 lt)
Le bevande troppo saline e/o le bevande industriali, non vanno bevute giornalmente e/o spesso,
anche e per le loro forti acidita’, in quanto influiscono sull’alterazione dei giusti valori di pH dell’acqua del corpo.
L’acidosi e’ la base fisiologica del Cancro – Il Conflitto Spirituale Irrisolto, ne e’ la Causa primaria
Nuovi esperimenti lo confermano !
Questione ancora aperta: esiste la memoria dell’acqua, come già alcuni avevano ritenuto, non creduti in passato ?
Pare di sì a giudicare dagli ultimi esperimenti del chimico svizzero Louis Rey, che ha indagato la memoria dell’acqua sul ghiaccio. Come riferito su Physica A la questione non è puramente teorica. Infatti molti seguaci della medicina omeopatica basano le loro cure su soluzioni acquose diluitissime di un composto, il principio attivo della cura. Senza memoria la presenza effettiva del principio attivo è così ininfluente che la cura stessa non potrebbe che essere inefficace.
Per riuscire a districarsi in questa annosa diatriba tra oppositori e sostenitori della memoria dell’acqua, Roy ha studiato il ghiaccio con la termoluminescenza. La tecnica consiste nell’inviare radiazioni al campione e in seguito misurare il tipo di luce emessa da esso. Questa viene rivelata su un grafico, tecnicamente noto come spettro.
La forma dello spettro dipende dal tipo di legami chimici di cui è composto il solido esaminato. Roy ha studiato lo spettro del ghiaccio puro e lo ha poi confrontato con quello di ghiaccio ottenuto raffreddando soluzioni diluitissime di due sali, il comune sale da cucina, cloruro di sodio, e il cloruro di litio. Poiché l’effetto dei sali è quello di stravolgere il normale reticolo di legami chimici dell’acqua, la tesi di Roy è che se l’acqua ha memoria allora gli spettri del ghiaccio puro e di quello ricavato dalle soluzioni saline anche iper-diluite devono essere diversi. Ed effettivamente lo scienziato trova che è così.
Allora l’acqua ha memoria anche di una minima quantità di soluti sciolti in essa ? I suoi esperimenti non chiudono la questione.
C’è chi obietta che le proprietà chimiche del ghiaccio sono diverse da quelle dell’acqua, chi sostiene di valutare la ripetibilità dei suoi risultati sperimentali.
Tratto da http://www.heramagazine.net/news/newssommario.html
Un nuovo esperimento rilancia al polemica sulla memoria dell’acqua
L’acqua ha una memoria ? si ricorda delle sostanze che conteneva ? e’ cio’ che ha sempre affermato J. Benvenista, nel 1988, anche dopo essere stato screditato, ha sostenuto che le sue ricerche corrispondevano al vero e che l’esperimento poteva essere perfezionato e riprodotto anche sotto altra forma.
Cosa che e’ stata fatta dal chimico svizzero Louis Rey.
L’esperimento ed il lavoro del chimico e’ stata pubblicata sulla rivista scientifica: Physica A in maggio 2003.
Quest’ultimo ha utilizzato un campione di acqua per mezzo della tecnica detta “Termoluminescenza”, l’acqua congelata e successivamente riscaldata emetteva della luce; man mano che riscaldava l’acqua congelata, egli ha osservato due picchi di luce a –153,15 °C ed a –103,15 °C.
Dopo aver mescolato del Cloruro di Litium (Litio) all’acqua egli ha ripetuto l’esperimento. Con questa soluzione, il secondo picco di luce era scomparso. In effetti questo picco riflette i legami idrogeno all’interno del ghiaccio ed il Cloruro di Litium distrugge questi legami.
Per verificare se l’acqua avesse memoria, il ricercatore a successivamente riprodotto l’esperimento dopo aver diluito la soluzione fino a 10-30-g/cm3 e agitandola energicamente secondo quanto suggerisce la preparazione di un rimedio, cioe’ la “sucussione” per preparare i vari rimedi omeopatici.
A quel livello di diluizione la soluzione e’ praticamente esente da molecole di Cloruro di Litium, ma i risultati mostravano ancora ed ugualmente la scomparsa del secondo picco di luce, provando che questi legami di idrogeno erano stati distrutti, ma comunque “segnalati” dalla soluzione omepatizzata.
Thermoluminescence of ultra-high dilutions of lithium chloride and sodium chloride (Physica A):
Tratto da: http://dx.doi.org/10.1016/S0378-4371(03)00047-5
Commento (NdR):
L’acqua memorizza le informazioni delle sostanze con le quali viene in contatto e le rilascia (scambia) SOLO quando certi liquidi ne hanno bisogno (si chiama compensazione – oppure se vi piace di piu’, chiamala “differenza di potenziale informatico”) ed il mezzo, ovvero l’interfaccia per ottenere questo scambio e’ il CEM degli atomi che compongono i due liquidi che vengono ad “incontrarsi” (contatto) ed anche quando si diluiscono per eliminare qualsiasi residuato di molecole, la “memoria” rimane !
vedi: Biorisonanza + Memoria e risonanza + Cluster dell’acqua + Benveniste: La storia della cosiddetta Bufala
La medicina del futuro e’ la Biofotomodulazione con i Fotoni a varie frequenze ed impulsi – vedi qui i particolari
Questa “memoria” e’ basata sul processo detto: Solvatazione
vedi: Proprieta’ dell’acqua + INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI + MEMORIA dell’ACQUA e del SANGUE + Albero del Cancro + MEMORIA dell’ACQUA + BIBLIOGRAFIA + Cimatica + Correzione del pH
Continua QUI: Biofotoni + Bioelettronica -1 + Bioelettronica – 2 + Cellule
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